StillClose. Un reportage sulla corporeità contemporanea
Venerdì 18 ottobre, alle 18, inauguriamo la mostra.
StillClose
Un reportage sulla corporeità contemporanea.
Progetto di Elvio Pierattini e Marianna Porro.
Bar e Punto Ristoro aperti.
Ingresso riservato ai soci. Possibilità di tesserarsi sul posto.
Lo studio fotografico StillClose è incentrato sulla corpografia contemporanea. Il punctum dichiarato è il corpo nudo, la pelle, come diario dell’unicità individuale: armonia dell’imperfezione, valorizzazione delle differenze, bellezza dell’ autenticità. Il cardine del nostro studio antropologico è dunque promuovere una bellezza che metta in primo piano una estetica scevra da stereotipi tendenti a clonare, plastificare, derealizzare la figura umana. Una estetica tossica, questa, che mina l ‘autostima delle persone con modelli illusori, alterati, simulati e dunque irraggiungibili. La nostra volontà è andare oltre queste convenzioni promuovendo una valorizzazione del corpo autentico, imperfetto e unico.
Impiegando tecniche dello still life, della macro photography o del close-up il corpo viene trasporto in una ricerca di equilibrio visivo. L’uso del bianco e nero poi, mai ammiccante ma puntuale scelta semiotica ci consentirà di decontestualizzare la corporeità e di leggerla nella sua intrinseca valenza di linguaggio dell’interiorità. Non riteniamo infatti pregnante il colore, che tradurrebbe la fisicità in una esperienza nell’hic et nunc, riducendolo a pura cronaca fenomenologica. È qui, nella dimensione temporale, della stasi o nel movimento, che l’individuo, da solo o nello scambio con l’altro, costruisce idealmente e dialetticamente la propria identità.
Io non sono senza l’altro, anche in sua assenza.
La nostra strategia è la corporeità come unica verità indiscutibile. È dal territorio intimo che può scaturire una costruzione e un progetto di società possibile. L’esplorazione e la visione del corpo nudo diviene allora il nostro atto possibile verso la costruzione di senso identitario, sia in termini individuali che collettivi.
La nostra ipotesi progettuale mira a costruire un percorso visivo che restituisca al corpo la sua ‘autenticità’, perno di contaminazione e di schermo delle relazioni tra l’io e il mondo. Il nostro sguardo, come il corpo stesso, non è scevro di rimandi e di archetipi, che fanno della fotografia inevitabilmente un ready made; cogliere questi rimandi, evidenziare queste inevitabili esperienze dello sguardo, che attualizza la storia nel presente è il nostro obiettivo, con la finalità ultima di proporre una visione consapevole della sacralità del corpo e delle sue inevitabili contraddizioni. Il lavoro, sempre in studio, si costruirà come un reportage sulla corporeità, attraverso un’indagine visiva multipla; una mappa, una traiettoria cartografica, dunque, che ricostruisca un viaggio in forma di racconto visivo.
Di questo lavoro verranno proposti 19 scatti che costituiranno il nucleo del progetto.
StillClose rappresenta esattamente l’incontro o, se si vuole, lo scontro, tra due nuclei, tra il corpo reale e il corpo della fotografia che, ritenuta ingenuamente essere una riproposizione epidermica della realtà, consente di ripercorrere una sorta di ‘storia dello sguardo’; il lavoro sul set sarà dunque una rilettura del corpo e di come è stato guardato nel tempo, alla ricerca di una recuperata identità possibile nella dimensione della contemporaneità.