Massimiliano Larocca presenta “DÀIMŌN”
Massimiliano Larocca presenta con la sua band il suo ultimi disco.
Uscito lo scorso 20 ottobre 2023 per SANTERIA RECORDS / LA CHUTE DISCHI distribuzione Audioglobe il nuovo album di Massimiliano Larocca “DÀIMŌN” vanta la produzione artistica e gli arrangiamenti curati da Hugo Race, quest’ultimi in collaborazione con Nicola Baronti.
Dàimōn è una collezione di canzoni che racconta – ricollegandosi al mito di Er raccontato da Platone ne “La Repubblica” – la ricerca di un destino individuale e del disegno/immagine che a esso soggiace. Ma è anche il racconto della lotta e del contrasto che può nascere con questo dèmone/angelo, il “compagno segreto” che accompagna il nostro cammino.
Massimiliano Larocca, nel concerto alla Corte dei Miracoli, sarà accompagnato dalla sua band composta da un gruppo di artisti poliedrici ed appassionati; per l’occasione è prevista una incursione teatrale di Francesco Chiantese a cui il cantautore fiorentino è legato da un’amicizia ventennale e tantissime avventure in comune.
La presenza di Francesco Chiantese ad accogliere l’amico Massimiliano non sarà l’unica sorpresa della serata; verrà infatti proiettato, durante il concerto, il video del singolo “Nessun perduto amore” diretto da Francesco Corsi, regista e documentarista, che con la sua cooperativa Kiné ha “base” a Colle di Val d’Elsa.
Live band:
Massimiliano Larocca / chitarre, voce
Federica Ottombrino / voce
Roberto Villa / basso
Gianfilippo Boni / tastiere, synth
Diego Sapignoli / percussioni
Dalle 19.30 saranno aperti il punto bar e la cucina della Corte; l’ingresso è come sempre riservato ai soci e sarà possibile associarsi sul posto o pre-tesserarsi sul sito https://www.lacortedeimiracoli.org/tesseramento/
E’ consigliata la prenotazione all’indirizzo prenotazionieventi@lacortedeimiracoli.org (segnalandolo nella Pren ci aiuterete a gestire meglio il punto ristoro).
“Non sarà il dèmone a scegliere voi, ma voi il dèmone […] La virtù non ha padroni; quanto più ciascuno di voi la onora, tanto più ne avrà; quanto meno la onora, tanto meno ne avrà. La responsabilità è di chi sceglie. Il dio non ne ha colpa”
Max Larocca racconta in 10 canzoni intime che attingono al dark blues, alla musica da film e alla canzone d’autore un viaggio al termine della “notte dell’anima”, per dirla con Giovanni della Croce. Un cammino personale che diventa cammino collettivo.
“Non saremo più gli stessi” è il primo estratto dell’album: un soul moderno che mette subito in mostra quello che sarà uno degli elementi caratterizzanti di questa collezione di nuove canzoni: la voce seducente di Federica Ottombrino, artista napoletana già nel duo di culto Fede’n’Marlen che in “Dàimōn” ha un ruolo di primissimo piano. “Giorni di Alcione“, “Nessun perduto amore“, “L’abbandono” sono brani in accordature aperte che rimandano al folk visionario di Nick Drake, Tim Buckley, John Martyn ma anche Mark Eitzel – tutti riferimenti sottesi nella scrittura di Larocca. Se “Fatale” e “La banlieue” sono racconti musicali in chiave nouvelle vague, ci sono anche 2 brani che raccontano con ampie metafore letterarie il momento buio della pandemia: “Leviatano” e “Cul de sac“, che chiude l’album.
“Exit / Enfer” è stato il primo atto del sodalizio artistico tra Max Larocca e Hugo Race, stimatissimo musicista australiano e produttore internazionale, già nella prima formazione dei Bad Seeds di Nick Cave e con un lungo legame artistico e sentimentale con l’Italia. Il disco, uscito ad Ottobre 2019, raccontava in 10 canzoni alcuni “inferni” personali e collettivi e si chiudeva ironicamente con “Fin du monde”, la fine del mondo, diventato poi un singolo molto apprezzato. Curioso che tutto questo sia accaduto pochi mesi prima dell’inizio della pandemia, per un album che a suo modo e nel suo piccolo è stato persino profetico su ciò che la nostra società avrebbe vissuto successivamente.
La collaborazione Race/Larocca è quindi arrivata al secondo capitolo di una prevista trilogia, e nel Giugno 2022 sono iniziate le sessions di registrazione presso L’Amor Mio Non Muore, un rinomato studio di Forlì quasi interamente analogico dove si produce la musica seguendo i dettami della grande scuola italiana degli anni sessanta – RCA in primis.
In studio la celebre crew romagnola composta da Roberto Villa al basso, Diego Sapignoli alla batteria e percussioni, Don Antonio Gramentieri alle chitarre, Franco Beat Naddei ai synth e con una breve incursione a sorpresa del cantautore Giacomo Toni.
Ambienti larghi e cinematici, groove avvolgenti, chitarre scure e voci frontali, campi di synth ed elettronica: gli ingredienti classici delle produzioni di Hugo Race ci sono tutti anche se in questa occasione si è maggiormente valorizzato e catturato su nastro l’interplay dei musicisti e il lavoro sonoro sulle diverse voci.
La post-produzione si è poi spostata al Puccini Floating Academy di Torre del Lago, uno studio costruito su una house boat galleggiante sul Lago di Massaciuccoli, e ha visto il coinvolgimento di un’altra importante figura musicale toscana: Nicola Baronti, tra i produttori/ingegneri del suono più ricercati a livello nazionale e recentemente nel team produttivo di “IRA” di Iosonouncane, che ha impresso al disco un marchio profondo con un lavoro molto dettagliato di synth, brass, archi, campi percussivi e scelte finali sugli arrangiamenti dei 10 brani.
Il disco è in vendita con tre cover diverse firmate da Enrico Pantani, certamente uno degli illustratori e artisti visivi del momento.
Prova ne è il fatto che Gipi lo abbia personalmente voluto e scelto per uno spazio espositivo al Comicon di Napoli.
Per il terzo album consecutivo è Pantani ad illustrare, sfumare ed ampliare il racconto di Larocca con le sue opere, ma stavolta con un concept diverso.
Partendo dai temi del diavolo/angelo custode e del percorso dell’anima che fanno da sottotesto alle dieci canzoni, Pantani si è riagganciato all’arte sacra Toscana del ‘400 e alle icone russe della tradizione di Andrej Rublëv per creare un Trittico di immagini connesse l’una all’altra: il dèmone alato, l’angelo custode, la Madonna col bambino. Tre immagini per altrettante copertine dell’album. Stesso disco, tre diverse cover: una per la versione in vinile, due per quella in CD. L’edizione in vinile conterrà al suo interno le stampe delle altre 2 copertine “alternative”, dando così modo all’ascoltatore di comporre il Trittico ideato da Pantani.
Una proposta nuova ed originale per valorizzare il concept dell’album e restituire un’opera a 360° che alla poesia e alla musica unisce anche la parte visiva e immaginifica.